Il Rapporto IPCC sul cambiamento climatico: i quattro messaggi principali

Nelle ultime settimane credo che ciascuno di noi abbia purtroppo avuto un’impressione fin troppo vivida di cosa significa, in pratica, “cambiamento climatico”, tra incendi, ondate di calore, piogge torrenziali ed alluvioni. Mentre l’area del Mediterraneo è ancora flagellata da temperature molto alte, venti caldi e incendi, molti giornali hanno riportato la notizia della pubblicazione da parte dell’IPCC del primo capitolo del sesto “Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici.

Che cos’è l’IPCC e perchè questo Rapporto è importante?

L’IPCC, in italiano “Gruppo di lavoro intergovernativo sul cambiamento climatico”, è un’organizzazione fondata internamente all’ONU in cui numerosi scienziati, provenienti da paesi di tutto il mondo ed esperti in diverse discipline, lavorano per tirare le somme di quello che sappiamo sul cambiamento climatico, in modo da fornire ai politici e alla società civile informazioni aggiornate e attendibili. Dalla sua fondazione, avvenuta alla fine degli anni 1980, l’IPCC ha prodotto cinque rapporti, che hanno raccolto di volta in volta le migliori conoscenze disponibili sulle cause e conseguenze del cambiamento climatico e sulle strategie per limitare i danni. Il documento pubblicato qualche giorno fa è il primo capitolo del sesto Rapporto, che sarà completato e divulgato nel corso del 2022.

Che cosa dice, in breve, il Rapporto appena pubblicato?

Il Rapporto è molto lungo e dettagliato: quasi 4’000 pagine, frutto del lavoro di più di 250 scienziati che hanno studiato circa 14’000 pubblicazioni scientifiche. Il messaggio si può riassumere in quattro punti fondamentali:

1. Il cambiamento climatico è causato dall’uomo ed è già realtà

Il Rapporto dice molto chiaramente che l’attività dell’uomo ha causato il riscaldamento del pianeta, cioè dell’atmosfera, degli oceani e della terra ferma. Esiste una relazione molto stretta tra la concentrazione di gas serra nell’atmosfera e la temperatura media del pianeta, ed è possibile affermare con certezza che l’aumento nella concentrazione di gas serra osservato dal 1750 ad oggi è causato dalle attività dell’uomo.

Per qualcuno queste affermazioni potranno suonare scontate, ma se pensate a quanti negazionisti o minimizzatori del cambiamento climatico circolano ancora intorno a noi, oppure a quanto poco si faccia a livello politico per evitare il peggio, vi potete rendere conto di quanto sia importante che un organismo indipendente e autorevole faccia finalmente chiarezza, raccogliendo il frutto del lavoro di migliaia di scienziati!

Il Rapporto dice inoltre che il cambiamento climatico è già una realtà: gli ultimi quattro decenni, dal 1980 al 2020, sono stati mediamente sempre più caldi. Nel complesso tra 2011 e 2020, cioè negli ultimi dieci anni, la temperatura media del pianeta è risultata superiore di 1.1 °C rispetto alla media dell’epoca pre-industriale.

I due grafici qui sopra mostrano l’andamento della temperatura media terrestre rispetto alla media del periodo 1850-1900. Nel grafico a sinistra trovate le temperature degli ultimi duemila anni: il riscaldamento osservato negli ultimi decenni spicca perché è decisamente fuori scala rispetto al passato. Nel grafico a destra trovate invece l’andamento della temperatura media globale dal 1850 ad oggi rispetto al periodo 1850-1900: la banda arancione riporta le temperature medie effettivamente osservate, quella azzurrina le temperature che si sarebbero osservate senza cambiamento climatico.

Un’evoluzione così rapida delle temperature e una concentrazione così elevata di gas serra nell’atmosfera non hanno precedenti nella storia dell’uomo.

2. Il cambiamento è in parte irreversibile

Il riscaldamento globale ha già avuto delle conseguenze sull’andamento delle precipitazioni, sulla riduzione dei ghiacciai, sul riscaldamento degli oceani e, di conseguenza, sull’innalzamento del livello degli oceani stessi. Alcuni di questi cambiamenti, come l’innalzamento del livello delle acque e lo scioglimento di molti ghiacciai, stanno avvenendo a un ritmo sempre più veloce e si protrarranno nei prossimi secoli, qualunque cosa noi facciamo.

Nel caso dell’Italia le conseguenze attese con maggiore probabilità già nei prossimi pochi anni e sempre di più nel corso del tempo saranno ondate di calore e periodi di siccità sempre più frequenti. Le città rischieranno di trasformarsi in “isole di calore” e quindi di subire in misura ancora più forte le temperature più alte. L’agricoltura e l’allevamento dovranno imparare a convivere con cicli di precipitazioni diversi e più estremi e probabilmente dovranno razionalizzare o addirittura razionare l’uso dell’acqua, che è necessaria anche per le persone e per numerose attività industriali, non ultima la produzione di energia elettrica. L’innalzamento del livello dei mari sarà un problema non solo per le regioni costiere più basse, come le coste dell’alto Adriatico, ma anche per le coste sabbiose, che saranno soggette a una sempre maggiore erosione (ne abbiamo parlato qui).

3. Ci sono diversi scenari attesi per i prossimi decenni: molto dipende dalle nostre azioni

Che cosa ci aspetta nei prossimi decenni? Il Rapporto descrive diversi scenari, a seconda dell’andamento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera.

I primi due scenari, indicati in blu nella figura sotto, sono compatibili con l’Accordo di Parigi: un rapido e drastico calo delle emissioni di gas serra ci porterà nei prossimi decenni a un aumento di meno di 2°C rispetto all’epoca pre-industriale. Questo limite è, secondo gli scienziati, un livello da non superare, pena il verificarsi di eventi ben più tragici di quelli che stiamo già osservando con un aumento di “soli” 1.1 °C. In entrambi questi scenari si immagina che l’umanità riesca ad azzerare completamente le emissioni di CO2, il gas serra più diffuso e longevo, e diventi capace nella seconda metà di questo secolo di “risucchiare” dall’atmosfera parte della CO2, sfruttando delle tecnologie che oggi sono ancora in fase sperimentale.

Nello scenario arancione, invece, le emissioni rimangono grossomodo stabili in tutta la prima metà del secolo e cominciano a diminuire, senza però azzerarsi, a partire dal 2060 circa. Negli ultimi due scenari, rosso e rosso scuro, le emissioni continuano infine ad aumentare, con un assestamento a livelli molto alti alla fine del secolo nello scenario più pessimistico. In tutti e tre i casi la temperatura media del pianeta continua ad aumentare a velocità crescente e sfonda il muro dei +2°C già intorno al 2050.

Che cosa potrebbe significare questo nel quotidiano? Nella figura qui sotto trovate un esempio relativo alle ondate di calore: un’ondata che in un clima “normale” si sarebbe verificata, in media, una volta ogni 10 anni, in uno scenario di +2°C si potrà verificare, in media, ad anni alterni, e in uno scenario di +4°C si verificherà 9 anni su 10. Anche altri eventi estremi come piogge intense, tempeste, periodi di siccità e via dicendo si potranno verificare sempre più spesso e combinati tra loro, con conseguenze che oggi facciamo ancora fatica a immaginare.

4. Possiamo ancora agire, ma abbiamo pochissimo tempo!

Il messaggio più forte che esce da questo rapporto è: non possiamo più rimediare ad alcuni dei danni che abbiamo fatto, ma possiamo fare molto per evitare il disastro. Dobbiamo però agire immediatamente e su larga, larghissima scala perchè, letteralmente, “ogni tonnellata di gas serra conta”.

Credo che questo sia un messaggio forte e chiaro per ciascuno di noi come individuo e come cittadino: la nostra azione nel quotidiano e nella sfera politica è fondamentale. Non possiamo permetterci di perdere tempo né tantomeno di farci prendere in giro, perchè nel 2040, nel 2050 e negli anni seguenti molti di noi saranno ancora qui e i bambini e i ragazzi di oggi avranno tutto il diritto di vivere su un pianeta ragionevolmente sano. Qualche volta a noi italiani ed europei è venuta la tentazione di dire “ma è tutto inutile, i cinesi, gli americani, gli indiani emettono così tanto più di noi!”… bene, l’IPCC ci ricorda ancora una volta che questa scusa, oltre ad essere sbagliata, non è più valida. Tutti dobbiamo fare la nostra parte e il contributo di ciascuno è importante oggi e per i decenni a venire!

Per chi desiderasse approfondire: la Società Meteorologica Italiana ha pubblicato una breve sintesi in italiano del Rapporto IPCC qui. Il Rapporto è interamente disponibile, in inglese, su questa pagina. Se scaricare le quasi 4’000 pagine vi spaventa ma siete disponibili ad affrontarne circa 50 sempre in inglese, sulla stessa pagina trovate anche il riassunto per i decisori politici. Su questa pagina trovate invece dei riassuntini, sempre in inglese, delle principali conseguenze previste nei diversi scenari per le diverse aree geografiche, tra cui l’Europa.

Un pensiero su “Il Rapporto IPCC sul cambiamento climatico: i quattro messaggi principali

  1. Pingback: Incendi, siccità, ondate di calore: come possiamo reagire? – L'Opzione Verde

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