Emissioni di gas serra: conoscerle per combatterle

Nelle scorse settimane abbiamo esplorato il legame tra emissioni di gas serra e cambiamento climatico e abbiamo discusso delle conseguenze del cambiamento climatico e di perché sia così importante limitare l’aumento atteso della temperatura, per la salute del pianeta e della stessa specie umana. Abbiamo anche visto che purtroppo le emissioni di gas serra sono ancora in continuo aumento.

Ma da dove arrivano le emissioni di gas serra? E’ tutta colpa dei combustibili fossili, oppure ci sono anche altre cause? Mangiare una bistecca tutti i giorni fa davvero male al pianeta? E’ peggio pendolare in auto tutti i giorni o fare un volo intercontinentale due volte all’anno?

Con questo post vorrei cominciare a fare un po’ di chiarezza. Avere un’idea più precisa della provenienza delle emissioni di gas serra ci può aiutare sia a individuare le azioni più efficaci e più urgenti per mitigare il cambiamento climatico, sia a valutare le politiche ambientali ed energetiche che i diversi paesi e i singoli schieramenti politici vogliono mettere in atto.

Pronti? Cominciamo!

Da dove arrivano le emissioni?

Nella figura sotto, realizzata con i dati dell’OECD [1], ho raccolto un po’ di informazioni per l’Italia e per alcuni altri paesi nel 2016 (o nell’anno più recente a disposizione). La figura riporta per ciascun paese la composizione delle emissioni di gas serra osservate in quell’anno.

Emissioni totali

L’uso di combustibili fossili causa, da solo, l’80% circa delle emissioni!

Come vedete la voce “uso di combustibili fossili” corrisponde a circa il 70% – 90% del totale delle emissioni, con qualche differenza nei singoli paesi e una media nei paesi OECD dell’80% circa [2]. Ecco perché il meteorologo Luca Mercalli sottolinea sempre l’importanza di ridurre il più possibile e il prima possibile il consumo di combustibili fossili: questi sono responsabili, da soli, di circa quattro quinti delle emissioni totali!

Nella voce “uso di combustibili fossili” rientrano le emissioni del carbone o del gas usati per generare elettricità, le emissioni del carbone, dell’olio combustibile o del gas bruciati nei processi industriali che richiedono calore, le emissioni del gas o gasolio bruciati per il riscaldamento, le emissioni della benzina usata per i trasporti, e così via.

E il resto? Allevamento, agricoltura, processi industriali e rifiuti

La seconda voce per ordine di importanza è, forse sorprendentemente, l’agricoltura. Questa voce pesa, in media, il 10% circa del totale delle emissioni di gas serra nei paesi OECD, ma può arrivare a livelli molto più alti nei paesi dove la coltivazione e l’allevamento, in particolare di bovini, sono attuati in maniera intensiva. Anche se il peso della voce “agricoltura” è, a livello globale, molto minore rispetto a quello della voce “uso di combustibili fossili”, adottare sistemi di coltivazione e allevamento più sostenibili potrebbe aiutarci a contenere le emissioni di gas serra in maniera non trascurabile.

Il resto delle emissioni deriva infine da alcuni processi industriali, come l’estrazione di materie prime o determinate lavorazioni chimiche, e dal trattamento dei rifiuti, per esempio mediante inceneritori o altri impianti di smaltimento.

Chi brucia i combustibili fossili e perché?

Visto che la voce “uso di combustibili fossili” ha un peso così grosso sul totale delle emissioni, è molto importante capire quali attività, nella nostra vita e nel nostro sistema economico, sono associate a un maggior consumo di combustibili fossili.

Ho quindi deciso di scomporre la barrettina rossa “uso di combustibili fossili” che abbiamo visto nella prima figura per capire, per ciascun paese, chi è che brucia combustibili fossili e genera quindi emissioni. La figura che trovate qui sotto riporta quello che ho trovato, sempre sulla base dei dati OECD.

Emissioni combustibili fossili

Le emissioni legate all’uso di combustibili fossili arrivano da:

  • “Industria energetica”, cioè imprese che usano combustibili fossili come gas, carbone e olio combustibile per generare elettricità,
  • “Manifattura”, cioè imprese che bruciano direttamente combustibili fossili per svolgere processi industriali che richiedono calore (pensate, per esempio, alla metallurgia, alla cottura delle ceramiche, all’industria del vetro, etc.),
  • “Trasporti”, cioè emissioni legate al traffico su strada, al trasporto aereo, alla navigazione e al trasporto ferroviario alimentato a diesel,
  • “Altro”: questa voce raccoglie infine le emissioni legate al consumo di combustibili fossili in altri settori dell’economia.

E’ interessante osservare le differenze tra i singoli paesi…

Per alcune di queste voci la situazione è molto diversa nei singoli paesi. L’industria energetica, per esempio, ha un peso molto basso sul totale in Austria, Francia e Svizzera: in questi paesi l’elettricità è generata soprattutto con fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, oppure con il nucleare, che può essere pericoloso per la radioattività, ma ha emissioni molto basse. L’industria energetica ha invece un peso molto alto nei paesi che fanno più largo ricorso al carbone e al gas naturale, più pulito del carbone ma non a zero emissioni. Spiccano, in questo caso, Cina, India, Australia, ma anche Giappone e Germania. Complessivamente il peso dell’industria energetica oscilla tra il 10% e il 40% del totale delle emissioni di gas serra, con una media del 30% nei paesi OECD.

Anche il peso della manifattura è molto variabile: in generale nei paesi più ricchi le attività economiche tendono a spostarsi verso i servizi e ci sono risorse e competenze per cercare di minimizzare il consumo di energia nell’industria e quindi anche le emissioni… consumare di meno è prima di tutto un buon modo per risparmiare!

Le emissioni dei trasporti: una crescita allarmante!

Un dato che varia abbastanza poco nei diversi paesi ma è, secondo me, molto interessante, è la voce “trasporti”. I trasporti sono responsabili, in media, del 30% circa delle emissioni totali, con poche variazioni almeno nei paesi ricchi. La cosa preoccupante è che, nonostante i nostri mezzi di trasporto siano sempre più efficienti, questa componente delle emissioni continua ad aumentare nel tempo, a differenza di altre componenti su cui abbiamo raggiunto alcuni miglioramenti.

Dal 1990 al 2016 le emissioni totali di gas serra nei paesi OECD sono aumentate del 2%. Sapete di quanto sono aumentate le emissioni dei trasporti nello stesso periodo di tempo? Del 27%!

Ci spostiamo di più in auto, ci spostiamo di più in aereo, compriamo più merci che arrivano da lontano e non usiamo quanto dovremmo i mezzi pubblici a basse emissioni. Questo è un argomento importante, su cui cercherò di soffermarmi ancora nei prossimi post.

Proposte per una letterina ambientalista a Babbo Natale

Spero che questo post possa essere utile per cominciare a pensare sia a come possiamo fare qualcosa nel quotidiano, sia a cosa possiamo chiedere a chi ci governa se il tema del cambiamento climatico ci sta a cuore. Nei prossimi post cercherò di fornirvi qualche spunto pratico per agire, ma penso sia importante avere presente il nostro punto di partenza.

Visto che siamo quasi a Natale, però, mi permetto usare questo post come spunto per una letterina ambientalista a Babbo Natale, sperando che non sia proprio come chiedere “la pace nel mondo”…

Nella mia personale letterina ecologista a Babbo Natale metterei per esempio:

  • Un sistema energetico che faccia più largo uso di fonti a basse emissioni: solare, eolico, idroelettrico, geotermico, energia delle maree e, dove già c’è ed è sicuro, il nucleare,
  • Incentivi per l’efficienza energetica negli edifici e per l’uso di fonti rinnovabili per l’acqua calda e il riscaldamento nelle case,
  • Incentivi per l’efficienza energetica per le imprese, senza dimenticare le piccole e medie imprese, che hanno meno risorse per informarsi e investire in questa direzione,
  • Un sistema di trasporto a basse emissioni, che includa un rafforzamento dal sistema ferroviario e qualche rete di autobus elettrici, ma anche, per esempio, incentivi alla condivisione dell’auto privata e sistemi di sharing di biciclette e automobili elettriche,
  • Una maggiore sensibilità nella nostra alimentazione: è davvero indispensabile mangiare carne tutti i giorni? E’ davvero così naturale mangiare la quinoa, o tutti quei cibi che ci facciamo arrivare dall’altra parte dell’oceano?
  • E per finire tanti finanziamenti per la ricerca scientifica, perché lo sviluppo tecnologico è fondamentale per consentirci di mantenere un buon tenore di vita mentre riduciamo il nostro impatto sull’ambiente.

E voi, che cosa chiedereste al vostro Babbo Natale? 🙂

 

 

[1] L’OECD, in italiano Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, raccoglie 36 paesi, tra cui i paesi più ricchi del mondo ma anche alcuni paesi emergenti. Il fine dell’organizzazione è raccogliere informazioni e sviluppare analisi che aiutino i singoli governi a promuovere uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile. I database dell’OECD si possono consultare qui: https://data.oecd.org/

[2] Qui trovate l’elenco dei paesi membri dell’OECD:

http://www.oecd.org/about/membersandpartners/#d.en.194378

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