Crisi ambientale e cecità volontaria: riflessioni in un incontro con Luca Mercalli

Il post di oggi sarà un po’ diverso dai precedenti: vorrei infatti condividere alcune riflessioni sviluppate in un evento pubblico a cui ho avuto la fortuna di assistere domenica scorsa. L’evento è la presentazione da parte del professor Luca Mercalli del suo ultimo libro, “Non c’è più tempo”, a Milano nell’ambito del festival Bookcity.

Chi è Luca Mercalli?

Luca Mercalli, esperto meteorologo e instancabile divulgatore, è un volto noto per chi, in Italia, è attento a tematiche legate alla sostenibilità ambientale e al cambiamento climatico. Forse lo ricorderete per l’immancabile papillon e i modi gentili ma decisi con cui parla e scrive di clima e sostenibilità.

Non vivendo in Italia non ho la possibilità di seguire tutto ciò che scrive, ma ammiro molto la sua preparazione, la chiarezza con cui spiega problemi complessi, l’impegno e la pazienza con cui si dedica, ormai da molti anni, alla divulgazione.

La “cecità volontaria”, ovvero fare lo struzzo davanti ai problemi ambientali

La presentazione del libro era organizzata in forma di dialogo tra Mercalli e Wu Ming 1, uno scrittore italiano che con questo pseudonimo opera all’interno di un collettivo di scrittori, chiamato appunto Wu Ming. Anche i partecipanti, per fortuna numerosi, hanno avuto modo di porre domande e contribuire alla discussione.

Il tema principale di cui si è parlato è la “cecità volontaria” della nostra società, cioè la nostra tendenza a pensare e comportarci come se il cambiamento climatico e gli altri problemi ambientali causati dal nostro stile di vita non esistessero.

Mercalli e Wu Ming 1 hanno discusso di come già da alcuni decenni (non anni, proprio decenni!) gli scienziati stiano segnalando i pericoli immensi a cui tutta l’umanità va incontro con il cambiamento climatico. L’evidenza raccolta nel corso del tempo non fa che confermare le analisi sviluppate, eppure il grado di allerta è minimo non solo tra i governanti, ma anche nella società civile, tra le persone comuni, come noi.

Continuiamo a comportarci come se gli eventi climatici estremi, i danni all’agricoltura, la siccità, le migrazioni climatiche, la perdita di biodiversità e tutti gli altri disastri legati a un crescente riscaldamento globale (ne abbiamo parlato brevemente qui) non ci riguardassero direttamente.

Purtroppo non è così: Mercalli ha mostrato che noi abbiamo già esperienza delle prime conseguenze del cambiamento climatico, e continueremo ad averne nei prossimi anni, con costi pesanti in termini economici e non solo.

Un esempio a noi vicino: la costa adriatica. Perché nessuno ne parla?

Un dato che mi ha colpito molto, per esempio, è che già oggi si sa che alcune parti d’Italia, tra cui la costa adriatica tra Trieste e Ravenna, rischiano seriamente di venire sommerse dal mare prima dell’anno 2100 a causa dell’innalzamento del livello dei mari (qui e qui trovate l’ultima mappa aggiornata del rischio, che include le ultime analisi presentate dall’ENEA nell’estate 2018). Il 2100 può sembrare molto lontano, ma il mare salirà pian piano, non da un giorno all’altro. Se non prendiamo rapidamente provvedimenti per prevenire e limitare i danni, i bambini che nascono oggi in quelle regioni assisteranno a tutto questo, dovranno abbandonare le loro case e le loro città e spostarsi altrove per sempre. Ma avete mai sentito qualcuno dire qualcosa del genere, discutere di cosa si può fare per non farsi prendere tutti alla sprovvista?

Vista la nostra tendenza all’inerzia, forse un modo più efficace di comunicare tutto questo sarebbe: abitate nella parte costiera delle province di Gorizia, Udine, Venezia, Rovigo, Ferrara? Fate molta attenzione se pensate di contrarre un mutuo a 30 anni per comprarvi la casa, perché potreste non essere in grado né di lasciarla ai vostri figli, né di rivenderla a qualcun altro!

Attenzione, consapevolezza, azione

Mercalli e Wu Ming 1 hanno giustamente ricordato che non ha senso fare gli struzzi e sperare in un miracolo. E’ importante che diventiamo noi per primi consapevoli dell’esistenza di questi problemi ambientali, di cosa possiamo fare per limitarli e di come possiamo attrezzarci per essere meno vulnerabili. E’ ancora più importante che questa consapevolezza non rimanga a livello di pochi individui, ma diventi un’attenzione e una sensibilità diffusa e che, soprattutto, cominci ad orientare le scelte di chi ci governa, indipendentemente dal partito politico.

La posta in gioco è altissima, ma per fortuna la scienza ci offre già oggi indicazioni chiare su come muoverci.  Noi umani abbiamo bisogno di un pianeta sano per vivere: è fondamentale che chiediamo ai nostri governanti di lavorare per questo, per un’economia e una società sostenibili nel lungo periodo.

“Non c’è più tempo”

Se qualcuno avesse voglia di leggerlo, il libro di Mercalli, “Non c’è più tempo”, tratta di tutto questo, raccogliendo riflessioni inedite e articoli divulgativi pubblicati negli ultimi anni.

Mercalli racconta in modo molto piano e semplice i risultati raggiunti dalla scienza circa l’origine e i pericoli del cambiamento climatico, con un occhio di riguardo alla situazione dell’Italia. Per quanto riguarda le azioni pratiche, dedica due bellissimi capitoli ai piccoli cambiamenti che possiamo fare a casa nostra, nel quotidiano, per limitare la nostra impronta ecologica, e alle misure di protezione civile che devono essere intraprese dalle autorità e dai cittadini per limitare i danni delle alluvioni e della siccità. Il libro si conclude con un breve racconto degli accordi politici che nel corso del tempo si è cercato di raggiungere a livello internazionale per tentare di arginare il problema. Il successo di queste iniziative è purtroppo ancora insoddisfacente: Mercalli ci invita a farci sentire, a far diventare la sostenibilità ambientale un tema importante per tutti, a chiedere ai governanti azioni tempestive e concrete.

Mercalli chiude il suo libro con una nota di amarezza per la poca attenzione che la società e la politica hanno riservato alla sostenibilità, nonostante l’attività instancabile di tanti scienziati e divulgatori. Io vorrei provare a concludere questa recensione con una riflessione positiva, riprendendo la sua citazione del sociologo Mayer Hillman:

Dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili. Innumerevoli aspetti della vita dipendono dai combustibili fossili, tranne la musica e l’amore, l’educazione e la felicità. Queste cose, che utilizzano poca energia fossile, sono ciò su cui dobbiamo concentrarci.

 

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